L'intervista a Suor Caterina Cangià per il Bollettino Salesiano
Quali valori hai voluto evidenziare attraverso la narrazione del film?

Il film si rivolge a tutti, e proprio per questo deve costruirsi con chiarezza, immediatezza di lettura, informazione, formazione ed emozione. Oggi vi è fame di amore e di relazione interpersonale. Ho voluto sottolineare questo bisogno traducendolo con il rispetto, l’ascolto, il dialogo: il rapporto aperto e semplice di Maìn con i suoi genitori, in particolare il padre; tra lei e Felicina, la sorella; con Petronilla, l’amica di una vita; don Pestarino, il suo direttore spirituale, e poi don Bosco. Ma anche con le donne del paese prima e poi con le ragazze al Collegio, con le giovani che arrivano a Mornese e che diventano le sue prime collaboratrici nell’opera educativa: Emilia Mosca, Caterina Daghero, Enrichetta Sorbone. Maìn ha saputo promuoverle, ha investito il futuro di un Istituto su di loro, ha ascoltato e dato risposte alla loro fame di amore. È un film che mostra una santità per l’oggi, feriale, semplice perché affonda le radici nella grandezza di Dio.

La produzione di un film implica un lavoro di squadra…


La nostra è stata una bella squadra. Ho lavorato con tante persone. In tutti, dall’attrezzista al regista, ho trovato serietà e professionalità, impegno a conoscere la storia di Maìn e a renderla al meglio. Ho individuato in Simone Spada il regista. Sono stata affiancata da Berenice Vignoli, aiuto-regista, dal direttore della fotografia, Alessandro Pesci, da fonici, costumisti, scenografi, tecnici… Sul set si è creata una grande famiglia e abbiamo respirato gioia, serenità: un clima veramente salesiano. Le riprese sono durate dall’8 agosto al 12 settembre 2011, in otto location diverse. Ci spostavamo con sette grandi camion del cinema. A volte, durante le riprese con i bambini e le ragazze, mi sembrava di essere a un camposcuola, perché alle comparse si aggiungevano anche figli e figlie delle persone della troupe.

… e tempi differenziati di lavoro

Sì, vi è la pre-produzione, la produzione vera e propria, quando si gira il film, e la post-produzione, la fase che porta alla conclusione. Nella pre-produzione si preparano i costumi, si cercano gli oggetti, si organizzano le tabelle di marcia per le riprese, si stabiliscono le location, si costituisce il cast tecnico e artistico e così via. In questo periodo, gli ambienti della scuola d’inglese erano proprio una “bottega”. Abbiamo anche organizzato un camposcuola di 15 giorni con i ragazzi e le ragazze durante il quale hanno imparato a danzare la “monferrina”, a giocare a barra rotta, a cucire e a ricamare…

Attorno al film si è creato interesse, hai mobilitato partecipazione, corresponsabilità

Dai genitori dei ragazzi e delle ragazze della «Bottega d’Europa» ho avuto la disponibilità a fare da figuranti volontari, ma anche dai miei studenti all’università, da amici e collaboratori. Questo, a conti fatti, significa un bel risparmio sui costi delle comparse. La storia di Maìn ha davvero affascinato grandi e piccoli. Per esempio, dopo aver parlato ai bambini della «Bottega d’Europa» del film, una sera, ho trovato sotto alla porta dello studio un foglio con scritto: «Sister, ho finito di leggere un libro su Maria Mazzarello ed è pure a disegni. Te lo presto. Smack! Firmato Sofia Nicolai» (9 anni). L’indomani Sofia mi porta il libro illustrato e nel consegnarmelo mi dice: «Ti piacerà, parla di suore e di Maria Domenica e poi tu sei una sua discendente. Quando lo cominci a leggere?» E io: «Questa sera. Non vedo l’ora». Sofia è stata poi scelta per interpretare Maìn da piccola. E ora si stupisce e, emozionata, mi confida che… in molti le stanno chiedendo l’autografo.

Parlaci di Gaia Insenga, il volto di Maìn nel film


Gaia è una giovane attrice di teatro. Non si è accontentata della sceneggiatura, ma ha voluto approfondire Maìn con la lettura delle sue lettere e della biografia. La sua è un’interpretazione interiorizzata e profonda, non solo recitata. Prima delle riprese, ci incontravamo sul set e insieme condividevamo le scene previste per la giornata e prima di iniziare le dicevo: «Tutto il mondo vedrà Maìn attraverso i tuoi occhi, i tuoi gesti…». Penso che ci sia riuscita: il suo sorriso raggiungerà il cuore di molti.         l

 
Simone Spada, il regista


Simone Spada è nato a Torino, ma vive e lavora a Roma. Nel 1999 segue uno stage di regia presso la USC Film School di Los Angeles. Tornato in Italia, lavora, come aiuto regia nel cinema e nella fiction, con le più importanti produzioni italiane e con numerosi registi. Come regista ha girato diversi documentari e cortometraggi partecipando a diversi festival.

«Prima di incontrare suor Caterina non conoscevo Maria Domenica Mazzarello. Sono stato affascinato dalla figura di questa donna forte e carismatica, impressionato dalla forza della storia. Ho accettato subito, cercando, in un continuo lavoro di scambio di idee con suor Caterina, di raccontare la storia attraverso immagini eleganti che non tradissero mai l’aspetto reale. Fare un film è sempre una grande scommessa, ma farlo su una figura così importante come Maria Domenica diventa una prova ancor più grande, perché obbliga al confronto con una figura storica di rilievo spirituale e umano. Sapevo di avere una grande responsabilità, ma sono certo che siamo riusciti, grazie a un gruppo di lavoro di primo livello, a non tradire le aspettative.

Durante le fasi della preparazione del film ho pensato a lungo alla cifra visiva migliore per raccontare questa storia. Ho deciso di spostare l’asse visivo verso una dimensione di natura, di luce, approfittando delle suggestioni che ho avuto durante le mie visite a Mornese e alla Valponasca. Abbiamo girato il film nei dintorni di Roma, ma siamo riusciti a dargli una credibilità storica e di luoghi.

Fare un film è come fare un viaggio. Quando si torna a casa, se si è lavorato con passione, si torna arricchiti. È stata una bella esperienza professionale, ma soprattutto umana. Durante i sopralluoghi, ogni Figlia di Maria Ausiliatrice che incontravo mi suggeriva o mi raccontava con amore e passione la storia di Maria Domenica e spero che questo amore torni a loro attraverso il nostro film».

 
Gaia Insenga, Maìn

Maìn è stato il suo primo film da protagonista. Dopo il diploma presso l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, ha lavorato al cinema e in televisione con registi di diversa formazione, ricoprendo sempre ruoli importanti.

«Quando Simone Spada, il regista del film, mi ha chiamata dicendomi che ero stata scelta per interpretare Maria Domenica… mi si è riempito il cuore di gioia, come sempre succede nel nostro mestiere, fatto di precarietà, imprevisti, e attese.

Solo dopo ho realizzato che il compito che mi era stato affidato aveva qualcosa di speciale.

Quando sono venuta nella vostra casa, ho avuto modo di conoscere un mondo nuovo, fatto di semplicità e voglia di sorridere. Suor Caterina mi ha abbracciata e mi ha semplicemente guardata negli occhi. Mi ha detto poche parole rassicuranti e regalato immediatamente, senza filtri o freni, la sua fiducia. Mi ha poi spinta a guardarmi dentro e a cercare di fare miei gli insegnamenti di Maria Domenica.

Prima che iniziasse il film ho letto le sue lettere, mi sono documentata sul periodo storico, ho fatto tutto quello che normalmente si fa per avvicinarsi a un personaggio. E a poco a poco il mio sguardo è cambiato: amare non per il desiderio di essere ricambiati; combattere per chi non ha la forza di farlo; condividere, perché insieme si è più forti. E credere. Solo così si possono cambiare le cose... E Maria Domenica per me è sempre stata una rivoluzionaria. Ha combattuto con fede e speranza, con il coraggio negli occhi e nel cuore.

Il set è diventato una casa in cui rifugiarsi e condividere un’esperienza di vita. Maria Domenica mi ha regalato il suo sorriso e credo che mi rimarrà addosso per sempre. Ma la sua forza è e rimarrà solo ed esclusivamente la sua. Mi piacerebbe conservarne almeno un po’...

Mi passano davanti agli occhi ricordi e sensazioni vivissime che mai dimenticherò: il giorno in cui suor Caterina mi ha aiutata a indossare l’abito da suora, quello in cui Simone ha detto per la prima volta “azione”, quello in cui il direttore della fotografia mi ha presa in disparte e mi ha abbracciata… Quante risate... quanta passione c’è stata in questa casa della felicità! Per tutto questo non posso che dire: grazie!».

 
La Madre


Il film su Maìn trasmette la bellezza di una vita che si svolge sotto lo sguardo di Dio e si apre ai grandi orizzonti della fede e dell’amore, diventando feconda e propositiva per tanti giovani, non solo del suo tempo. Nei contesti attuali ricchi di stimolazioni, dove però sono deboli i riferimenti valoriali e, soprattutto, le testimonianze, la riproposta della vita di Maria Domenica Mazzarello rappresenta uno sprazzo di luce e di speranza, un segno credibile del Vangelo vissuto, un faro che addita la rotta verso la felicità vera, la solidarietà universale, la sobrietà come stile di vita. (Suor Yvonne Reungoat, Superiora generale delle fma)

 
Maria Domenica Mazzarello


Nata nel 1837, Maria Domenica Mazzarello cresce nell’ambiente semplice di Mornese, paesino dell’Alto Monferrato. Nel 1864, conosce san Giovanni Bosco e con lui fonda le Figlie di Maria Ausiliatrice, chiamate anche “Salesiane di Don Bosco”, che si diffondono ben presto nei cinque continenti per l’educazione delle giovani. Muore nel 1881, lasciando alle sue figlie, ormai arrivate in Francia e nella remotissima America, una solida tradizione educativa. Donna ricca di fede e audacia, aperta agli orizzonti del mondo, continua a parlare anche oggi alle giovani e ai giovani del nostro tempo, proponendo una via semplice ed esigente verso la felicità, nello stile della santità giovanile.

Il 2012 segna il 140° di fondazione dell’Istituto, di cui è stata la prima Superiora, scelta da don Bosco stesso.

 
I numeri del film

3 anni di lavoro

40 giorni di riprese

15 attori principali

15 attori secondari

200 comparse

56 persone nel cast tecnico

600 costumi

8 location

2 unità di ripresa

7 le lingue del doppiaggio: inglese, francese, spagnolo, portoghese, tedesco, polacco, giapponese

9 lingue dei sottotitoli: vietnamita, sloveno, coreano, croato, slovacco, ceco, arabo, thailandese, fiammingo
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